L'AMORE IN DANTE


Amore è la parola chiave di tutta la poetica dantesca. Infatti amore racchiude in sé una vastissima gamma di accezioni. La prima e più importante distinzione attuabile è fra la prosopopea amorosa, ovvero Amore, e la passione amorosa, ovvero amore.
Amore è l'interlocutore in senso stilnovista di un dialogo con una divinità mitologica (come viene espresso dal Poeta nella Vita Nuova); amore è invece un sentimento sensuale in tutte le sue diffrazioni semantiche, intriso di una fisicità che nello stilnovismo è assente.
Quest'ultima accezione è presente nelle "petrose" dove si configura la metafora delle cosiddette "ragne amorose", ovvero le insidie che amore può creare nell'uomo: un tormento interiore causato da una donna dall'aspetto seducente, oppure un sentore di morte che aleggia sulla donna amata, una premonizione della sua prossima scomparsa; il rapporto amore-ombra in cui il poeta vive all'ombra degli occhi dell'amata, paragonati a ghirlande, ed infine l'amore folle fuori dall'"orto di ragione", cioé affidato solamente ai sensi.
Nel Fiore e nel Detto appare la concezione cortese di Amore. L'Amore è un omaggio feudale da parte del cavaliere-amante, che è il vassallo, verso la donna, che è il feudatario. Qui l'Amore è agens e loquens, motore e ispiratore della poesia, colui che parla per bocca dell'Amante. Da questa concezione viene a prendere forma il concetto di Amore come signore degli animi gentili che tiene il cuore del poeta in mano, ed il concetto di Amore come dittatore che non solo ispira il poeta, ma gli "ditta" dentro ciò che deve cantare. Ecco perché Amore è "unimento spirituale tra l'oggetto amoroso e l'anima", in quanto Esso deve fare da padrone, da Soggetto, e il cuore, ovvero l'anima, dovrà solo contenerlo.
Gli echi stilnovistici e cortesi danno la possibilità a Dante di salvare la passione amorosa del ciclo bretone. Personaggi come Tristano e Isotta, nonostante la sensualità del loro rapporto, sono nobilitati dal sacrificio, dal martirio che hanno subìto. Anche Paolo e Francesca, trovano nella morte una via di riscatto all'immoralità del loro amore (If v 100, 103, 106).
L'Amore per Beatrice attraversa due momenti: l'adorazione per una donna angelicata dove il fine è il saluto, cioé la bocca, e il principio sono gli occhi; e, in seguito alla metamorfosi di Beatrice in Teologia, un Amore pervaso da una solennità religiosa conciliante con la fede.
Nell'ambito dell'amore umano, rientrano l'affetto tra marito e moglie, tra genitori e figli, verso il prossimo, la reverenza e il rispetto per il proprio maestro, la nostalgia della patria, la simpatia intellettuale per uomini di alto valore culturale e morale. Amore è inoltre inteso come philìa, nel senso empedocleo del termine, ovvero principio di concordia che unisce e ordina.
Nelle Rime (XXXIII 7) il termine è anche inteso nel senso che è più legato all'ethos cristiano, ovvero l'a. che si era spento per l'uomo a causa del peccato originale, e si riaccese nel ventre di Maria, assumendo oltre alla natura divina anche quella umana. Questo è un amore attivo, emana nei santi come charitas, come appagamento dei loro desideri e come gioia per l'appagamento stesso (xx 13).
Nel sonetto Amor e 'l cor gentil sono una cosa Dante si ricollega a Al cor gentil rempaira sempre amor di Guinizzelli, che il Nostro considera il "filosofo d'amore" della dottrina cortese. Dante ribadisce il pensiero del Guinizzelli sull'inseparabilità di amore e gentilezza, ma in maniera più radicale. Qui amore e il cuore gentile sono una cosa sola, e l'uno non può esistere senza l'altro. Amore è infatti creato contemporaneamente al cuore gentile ma giace addormentato fino a che la bellezza femminile non lo risvegli, come in un movimento di potenza e atto. Ma la bellezza da sola non è sufficiente, infatti è necessario che la donna, oltre che bella, sia anche saggia.
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