IL " DE AMORE " DI ANDREA CAPELLANO

De amore composto in latino, in tre libri, probabilmente nella seconda metà del XII secolo, destinato all'allievo e amico Gautier, codifica, servendosi delle teorie di Ovidio, la teoria praticata dai trovatori provenzali: l'amore può nascere solo in un cuore cortese, la donna amata è considerato un essere superiore, e l'amante assume nei suoi confronti l'atteggiamento del vassallo davanti al suo signore. La passione amorosa alimenta una tensione generatrice di virtù morali e agisce come spinta incessante alla nobilitazione e al perfezionamento; il desiderio deve rimanere inappagato, e anche per questo generalmente l'amore è Adultero. La trattazione si articola talora in dialoghi, che codificano i comportamenti degli amanti, esaminati in una varia casista. Casi problematici di diverso tipo vengono sottoposti per un giudizio a speciali "corti d'amore" assemblee di dame di alto rango, che dirimono ogni questione: queste corti vennero erroneamente interpretati come veri e propri tribunali. Attraverso il terzo trattato, il più breve, intitolato Reprobatio amoris Andrea Capellano tenta poi di inquadrare la teoria dell'amor cortese, una teoria laica fondata dalla morale cristiana, in un progetto didattico-etico del tutto ortodosso.
Riprendendo quanto affermato all'inizio dell'opera, ribadisce che la sua esposizione ha il solo scopo di aiutare Gautier a difendersi dalle insidie della passione, e a dedicare così le sue energie a Dio.
Non a caso dunque in quest'ultimo libro si recuperano anche vari luoghi comuni del filone misogino, così vivo nel medioevo, e opposto alla morale cortese. La ritrattazione finale non bastò a evitare al De amore la condanna della chiesa (1227), nonostante la quale l'opera ebbe enorme successo, anche fuori dalla Francia soprattutto in Italia.